Ho scritto queste parole nei giorni subito dopo la rottura, quando tutto dentro di me era un caos di dolore, disperazione e soprattutto di sensi di colpa.
Rileggendole oggi, mi sorprendo a vedere quanto fossi offuscata, incapace di guardare in faccia la verità: lui se n’era andato, solo che io ero troppo impegnata a cercare un motivo, a prendermi la colpa, a sperare che tutto potesse tornare come prima. Quello che segue è il racconto di quei giorni confusi, di una mente che cerca disperatamente risposte e un cuore che non vuole ancora arrendersi.

Cosa resta quando l’altro decide di andarsene?
Quando lo fa in un momento in cui per te tutto è ancora normale, riparabile, comprensibile?
C’è un turbine di emozioni che ti fa amare, desiderare.
Non te lo aspetti.
Passi ore, giorni, a chiederti il perché, a cercare un motivo per un allontanamento così improvviso, netto, tremendamente inaspettato.
Si alternano tante emozioni, ma quella principale è un dolore perenne, un sentirsi rotto, mancante di un arto, del respiro.
Fin dall’inizio avevo una sensazione sottile ma persistente: che il nostro amore fosse a tempo determinato.
Non era solo un pensiero passeggero, quasi come se sapessi dentro che non sarebbe durata.
Ogni cosa pensata e sentita, alla fine, è accaduta.
Mi chiedo: sarà stata questa mia convinzione così forte da farlo accadere?
O il suo modo di non farmi sentire mai pienamente nel suo cuore mi ha spinto fin lì?
Forse un intreccio di entrambe le cose.
Forse era inevitabile.
Poi arrivano i momenti in cui ti arrabbi così tanto da voler urlare tutto.
Ti sembra che tutto quello che hai vissuto sia stata un’enorme bugia.
Diceva di amarti il giorno prima, adesso dov’è? Dov’è finito quell’amore per te?
Poi ti fermi, rifletti.
Rifletti che una persona che ti ama veramente resta, c’è perché ti vuole bene.
E se il giorno dopo averti stretto tra le sue braccia se ne va, allora quell’abbraccio non era sincero, era una costruzione, una bugia, un atto automatico solo per convenzione.
Allora cosa ho perso? Cosa è andato via da me?
Da tempo avevo compreso che era tossico, che fosse tutto un teatrino, che non mi volesse davvero bene.
Aveva fatto un contratto con me, lo stava rispettando.
A contratto scaduto ha preso le sue cose e se ne è andato.
Non c’era amore, era solo il mio amore.
Lui mi aveva detto:
“Io metto da parte i sentimenti quando decido.”
Come se fossero cose da archiviare, da spegnere.
Ma io non sono così.
Io i sentimenti li vivo, li abito, mi ci immergo senza armature.
Li porto con me, a cuore aperto, anche se so che è rischioso.
L’amore è un incontro delicato, dove ci si espone, ci si affida, e si spera che le mani dell’altro sappiano tenerci e prendersi cura di noi.
Mi diceva che sarei stata la felicità di ogni uomo, che mai aveva avuto una donna come me, che per la prima volta si era sentito libero, che mai aveva incontrato una donna così profonda, gentile, disponibile.
Che il sesso con me era armonia, mai così lo aveva vissuto.
Perché è andato via allora?
Forse erano solo bugie, o forse era un mare in cui lui non sapeva nuotare.
Gli auguro il bene, glielo augurerò sempre.
Ho tenuto la porta aperta per lui, ma forse ha bisogno di fare un percorso diverso.
Credo che ci accorgiamo di ciò che abbiamo perduto solo dopo averlo perso.
Siamo stupidi che non ce ne accorgiamo prima.
Forse un giorno gli mancherò, forse capirà di aver commesso un errore, forse ricorderà tutto quello che ora non vede: tutto il bello, il buono, tutto ciò che era.
Molti amori sono disfunzionali, forse eravamo un incastro scomodo di chi doveva insegnare all’altro come si sta al mondo.
E questo lo insegnerà solo il tempo e la perdita.
Che se ne vada allora, che sia lontano dalla mia vita chi non la rispetta,
che non tocchi più il mio corpo chi non sa distinguerne uno.
O forse lui semplicemente non li distingue.
Sono una donna fatta di abissi, di labirinti, di vortici emotivi,
e quando il mio cuore si apre a qualcuno non ci sono confini.
Adesso, dopo pochi giorni, devo fare quel passo: lasciare andare.
Sono stata sull’uscio ad aspettare, ma è arrivato il momento di chiudere la porta, riaprirla e vedere lo spazio nuovo, vuoto, senza il suo volto.
Buon viaggio, amore mio, che tu possa essere felice sempre.